Comunicato stampa

24 fps- alcuni esempi di arte e video

21 settembre 30 novembre 2007

inaugurazione venerdi 21 ore 18.30
Sono ormai decenni che il video si è affermato in modo stabile come mezzo espressivo in ambito artistico. Con 24fps si definisce nel gergo televisivo la velocità di riproduzione delle immagini video.
La galleria 1000eventi è lieta di presentare una selezione di artisti che hanno cercato, nelle nuove tecnologie che il progresso tecnico offriva, un plus a una loro visione estetica.
Cosi ad esempio verrà esposto un “Hologram” di Bruce Nauman(1969), in cui l’artista con l’utilizzo della tecnologia nascente del laser e delle immagini olografiche crea l’illusione tridimensionale di una persona prigioniera nel limbo in un non luogo tecnologico, una fotografia che per esistere ha bisogno di un aggiunta tecnologica. L’opera “Memoria” di Bill Viola(2000) è una semplice proiezione su un fazzoletto di stoffa, dalla “polvere” della televisione sorge una figura che poi lentamente scompare tornando anche lei nel suo limbo fatto di pixel.
Uno degli aspetti comuni a tutti questi lavori è l’utilizzo del video per integrare l’opera, composta di due parti distinte una “fisica”, materiale e quasi scultoreae l’altra video che completa l’opera.
Nella mostra verranno presentati lavori di tre “generazioni” di video artisti, quella sopra citata di Nauman e Viola, quella rappresentara da Tony Oursler e alcuni giovani artisti come il francese Samuel Roussau che crea delle montagne sulle quali piccoli uomini si arrampicano come tante formiche, l’italiano Andrea Mastrovito che ipotizza diversi finali per il celebre quadro di David che ritrae Napoleone e l’americano Cory Archangel.
La galleria 1000eventi aderisce a Start 2007
Breve descrizione dei lavori
Andrea Mastrovito

Per questa mostra Andrea Mastrovito ha creato una videoanimazione composta da 800 disegni. La matita che disegna la mano è poi usata per disegnare il resto del corpo e infine viene buttata via. Mastrovito dice che spesso l’ispiratore di una rivoluzione, a rivoluzione finita, viene messo da parte per il bene della rivoluzione ; allo stesso moto la matita, strumento classico della produzione artistica, è buttata dopo essere stata usata.
Mastrovito riesce a coniugare al meglio la capacita “manuale” e l’uso di nuovi media, quali il video, dimostrando di essere un artista a tutto tondo
Bruce Nauman

L’opera in mostra può essere considerata come il punto di incontro di alcune delle correnti che Nauman aveva già segutito nella seconda parte degli anni sessanta. Si possono infatti trovare punti di contatto con la body art, la video art. Come in tutti i video anche in questo caso il mezzo tecnico – che in quegli anni era assai innovativo – non domina l’opera, non piega l’artista ai suoi voleri, ma è dominato e utilizzato in maniera funzionale all’opera : il mezzo tecnico è solo il mezzo necessario per arrivare allo scopo voluto.
Bill Viola

L’opera di Bill Viola, Memoria, può essere collocata a metà strada tra le opere presentate alla biennale del 1993 con le proiezioni sui “tulle” e i lavori successivi.
L’immaginario dell’artista trae ispirazione dalla cultura classica come si vede chiaramente da quest’opera cosi vicina a una moderna Sindone.
Cory Archangel

Nell’opera Untitled traslation exercise l’artista ha chiesto di doppiare un film culto per i ragazzi americani ad attori indiani. Con quest’ opera l’artista porta lo spettatore a riflettere sulla globalizazzione dell’economia mondiale con una certa ironia e leggerezza.,non solo, riprende un tema noto : la pirateria dei film in internet , dove si possono trovare film non ancora usciti nelle sale ma già disponibili e doppiati lingua. Ovviamente anche in questo caso, come nel lavoro di Archangel, il doppiaggio è casereccio ma, guardando un film conosciuto basta cambiare l’accento ai personaggi o l’ intonazione e cadenza della oro voce per avere un film da guardare con occhi vergini come se fosse un altra cosa.

Tony Oursler

Tony Oursler ha creato nella seconda metà degli anni ’90 tre opere che considera fondamentali e sono : quella qui esposta , una simile fatta con il cervello di mucca e una fatta con il cuore.
L’artista è arrivato dopo anni di lavoro a un punto della sua evoluzione creativa, in cui non gli bastava più creare una faccia e dare una voce ai suoi pupazzi ma voleva spingere la sua indagine più in profondità nell’animo umano.
Samuel Rousseau

I suoi scalatori siamo noi, la sua opera è una metafora della vita, partiamo, ci muoviamo freneticamente per arrivare in cima (ma solo alcuni, pochi, anzi uno su mille ce la fa… come cantavano a sanremo). Non è cattiveria ne moralismo solo constatazione, siamo noi le formiche che vengono osservate. Samuel Rousseau utilizza materiali poveri per le sue strutture proprio perchè il contenitore non deve far perdere di vista il contenuto. In realtà le sue strutture che sembrano quasi ready made sono molto lavorate proprio per ottenere la purezza e neutralità desiderata.